Ripartire da zero: Una riflessione sul prezzo del successo professionale

1024 768 Massimo Castelli

Nel 2020, come molti imprenditori, mi sono trovato a fronteggiare una tempesta perfetta. La pandemia minacciava Be Art Studio e la mia risposta istintiva è stata quella di gettarmi completamente nella missione di salvare la società. Ci sono riuscito, ma solo oggi, guardandomi indietro, riesco a vedere chiaramente il prezzo personale che ho pagato.

I primi segnali d’allarme

Raramente è un singolo momento di realizzazione. Sono mesi che i segnali di un imminente collasso erano evidenti, ma è la natura del avventuriero (come del imprenditore) di spingere attraverso certe condizioni avverse con la consapevolezza di uscirne dall’altra parte. L’importante è solo uscire, magari leso, ma sempre in tempo per recuperare. Chi la gioca sicura non raggiunge l’eccellenza. L’arte sta nel trovare il giusto equilibrio. Il problema si fa serio quando invece il trend inizia ad essere sempre negativo e non solo non sei più obiettivo, ma sei letteralmente in balia ai tuoi stessi demoni.

I segnali del collasso erano evidenti, ma come ogni imprenditore, tendevo a minimizzarli:

  • Da persona puntuale → Faticavo a mantenere qualsiasi impegno
  • Da persona precisa → Mancavo le scadenze regolarmente
  • Da persona attenta all’alimentazione → Sgarri frequenti e pasti notturni
  • Da persona attiva → Allenamento sempre più raro
  • Risultato → Nebbia mentale quasi costante

La trappola della “crisis mode”

Con la scusa che è stata una situazione molto particolare, non prevedibile ed alla quale non si poteva essere preparati, ho continuato a spingere con tutte le mie capacità. A fine febbraio del 2020 sono stato probabilmente tra quella minoranza che aveva capito come soffiava il vento. Quando il 10 marzo poi è stato chiuso tutto, non sono stato colto dal panico. Avevo già analizzato i conti, avevo già calcolato quanti mesi riuscivamo a stare a galla, ma ovviamente non avevo come calcolare il tempo necessario. A dire il vero non è nemmeno la prima volta che mi trovavo in una situazione simile. In un progetto precedente le cose ad un certo punto non sono andate come previsto e per evitare un fallimento mi sono spinto ben oltre i miei limiti psico-fisici. Sapevo già cosa significa esaurirsi, ma ero anche convinto di potermi misurare meglio ora. Questa volta ero consapevole, giusto? A dire il vero mi spaventava l’idea di percorrere di nuovo una strada simile, quindi pensavo di essere ancora più attento ai sintomi. Pensavo di saper riconoscere i segnali.

Inizialmente era cosí – un approccio più consapevole!

Dopo anni di pratica della “mindfulness” in seguito a disagi passati ero molto convinto che la mia esperienza mi proteggerà. Fissavo paletti chiari tra orari di lavoro, allenamento, gioco con mio figlio neonato e tempo di qualità con Eleonora. Soprattutto nei lockdown era molto facile perdere la nozione del tempo. Per quanto avrei voluto usare il tempo lavorativo per sviluppare nuove idee, creare ed innovare, la realtà frustrante è che tutte le forze andavano nella sopravvivenza, nello studio delle leggi e nella comprensione di come accedere ai meccanismi di aiuto (che per fortuna ci sono stati per noi).

Con la scusa della situazione eccezionale, ho continuato a spingere oltre i miei limiti. Il 10 marzo 2020, quando tutto è stato chiuso, ero preparato finanziariamente – ma non emotivamente. Pensavo che la mia esperienza precedente con il burnout mi avrebbe protetto. Mi sbagliavo.

Il percorso verso il declino: 2020-2023

Fino qui non avevo nessun tipo di ripercussione. Anzi ero contento che stavamo tornando ad una operatività più normale, che non c’era più il costante rischio lockdown. Finalmente anche i potenti del mondo avevano capito che non servivano a molto, tranne a fare fallire le attività. Quindi l’entusiasmo era tanto, potevamo concentrarci sul recupero. È da qui che non mi sono accorto di quello che avrei dovuto sapere meglio.

Già alla fine della pandemia ho osservato un degrado progressivo, ma contavo di recuperare una volta stabilizzata l’attvità:

  1. Sonno: Ore di riposo sempre più ridotte
  2. Fitness: Livello di forma fisica in costante calo
  3. Lucidità: Nebbia mentale sempre più frequente
  4. Salute: Aumento di malattie e disturbi minori
  5. Alimentazione: Progressivo abbandono delle buone abitudini

Il momento della verità: 2024-2025

Quando i cambiamenti sono graduali ed apparentemente sotto controllo, la caduta finale è ancora più dura. Questo perché è inutile negare che bene o male sei consapevole di quanto sta succedendo, ma ignori i sintomi perché pensi di sapere gestire i danni che stai causando. Il problema è che quando la “crisi” si prolunga, la “crisis mode” diventa normalità. Ci si abitua ad operare in “overdrive” ben oltre la quantità delle risorse fisiche e mentali personali. Il prezzo nascosto del successo professionale può così avere ripercussioni davvero importanti, negativi e duraturi sulla nostra salute personale. Una volta che non controlli più la tua salute personale, inizierai ad avere una influenza negativa su tutta la tua famiglia ed i tuoi figli.

I miei problemi autoimmuni, che erano perfettamente sotto controllo, sono d’improvviso esplosi da tutte le parti del corpo. Le più pesati ripercussioni sono sulle giunture e le infiammazioni generali. Da che non sapevo nemmeno cosa fosse la febbre, continuo ad ammalarmi. Ora, dopo due settimane di “influenza” fortissima, conseguenza di settimane di deprivazione del sonno, mi sono ritrovato completamente fermo a letto. È stato il mio corpo a costringermi a fermarmi, quando la mia mente si rifiutava di farlo.

La lezione più importante

Come dice un vecchio adagio: “Uno ha mille problemi tutti urgenti e nessuno rimandabile, finché avrà un problema di salute. Poi ne avrà solo uno di cui occuparsene.”

Guardando al Futuro

Questa riflessione non vuole essere un lamento, ma un momento di onestà con me stesso e con voi. È un punto di partenza per un nuovo capitolo, dove il successo professionale non deve più essere in conflitto con il benessere personale. Questa mia esperienza personale e nostra esperienza familiare non è piacevole ed avrei molto volentieri potuto farne a meno, ma è una enorme opportunità.

Be Art Studio ce l’ha fatta. Siamo sopravvissuti e dalla fine del 2024 possiamo dire di aver superato il peggio. Ma questa esperienza mi ha insegnato una lezione fondamentale: il successo professionale non deve essere in conflitto con il benessere personale.

E tu, ti sei mai trovato in una situazione simile? Come mantieni l’equilibrio tra ambizioni professionali e benessere personale? Condividi la tua esperienza nei commenti – potrebbe aiutare altri imprenditori a riconoscere i segnali prima che sia troppo tardi.

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