Il valore della foresta: ripensare prosperità, società e benessere

Il valore della foresta è nel beneficio che porta alla comunità.
1024 576 Massimo Castelli

Viviamo in un’epoca in cui le possibilità di scelta sono più ampie che mai, eppure sembriamo incastrati in una ruota che gira sempre nello stesso modo: tutto ruota attorno al denaro. Un tempo, fare soldi era un mezzo per garantire una buona vita; oggi sembra essere diventato il fine ultimo, spesso a scapito di felicità, relazioni, ambiente e società.

Un nuovo modo di vedere il valore della foresta

Mi capita spesso di chiedermi se il mio modo di vedere il mondo, diverso da quello della maggioranza, sia un vantaggio o uno svantaggio. Sento che nei campi dell’ambiente, dell’economia, della società e soprattutto dell’educazione infantile ci sarebbe moltissimo da ripensare. Abbiamo la possibilità concreta di cambiare direzione, ma la maggior parte delle energie collettive viene ancora investita nella ricerca di profitto, lasciando in secondo piano tutto ciò che non produce un ritorno economico immediato.

Un esempio lampante è quello della foresta. È scientificamente provato che camminare in un bosco apporta benessere e gioia. La foresta purifica l’aria, produce ossigeno, ci offre uno spazio di rigenerazione. Eppure, finché gli alberi non vengono tagliati e venduti, quel pezzo di bosco sembra non avere valore. Solo quando diventa legna da ardere o terreno edificabile entra davvero nel circuito economico. Ma così facendo, il bosco scompare e con lui la natura che ci sostiene.

Il ruolo del profitto nella società moderna

Questo processo è lento ma inesorabile: se tutti continuano a puntare solo sul vantaggio economico personale, ogni pezzo di terra finirà per essere “sviluppato” e la natura verrà progressivamente sacrificata. In fondo, è un gatto che si morde la coda: per conquistare la libertà di pensare e sperimentare, spesso bisogna sacrificare la carriera, a meno che non si lavori proprio in quei rari ambiti dove la creatività e la ricerca di senso sono centrali. Ma le possibilità sono limitate.

Oltre il capitalismo: la questione etica

Mentre sembra che un numero crescente di persone veda il male nel capitalismo, perché alcuni dei suoi elementi – ergo la ricerca del profitto – sembrano alla base del problema, personalmente penso che quello che ci serve non è un cambio di sistema economico, ma un ripensamento dell’etica. Lo penso perché non è solo il sistema economico capitalistico in crisi, ma con esso anche il sistema politico democratico. In entrambi il punto debole sembrerebbe essere l’etica. I soldi non hanno una opinione, né un colore politico, ma chi decide sul loro utilizzo può fare scelte che determinano se abbiamo un outcome puramente focalizzato sul profitto e l’arricchimento personale. Al contrario, con una nuova etica moderna potremmo decidere che ad un certo punto potrebbe “bastare” il ritorno, mentre il resto viene devoluto in un modo o nell’altro alla collettività.

Il limite della tassazione e il benessere collettivo

In teoria questo dovrebbe già avvenire attraverso la tassazione – ma anche qui questioni spesso di natura etica rendono il processo tutt’altro che favorevole agli interessi della collettività o del benessere “integrale” della nostra esistenza.

Con integrale mi riferisco alla consapevolezza mancante che i secoli in cui abbiamo potuto gestire il mondo in modo ego-centrico stanno un po’ giungendo alla fine.

L’eco-centricità come nuova prospettiva educativa

Una nuova etica potrebbe insegnare ai bambini la strada dell’eco-centricità, in cui la nostra esistenza si integra nei bisogni degli ecosistemi senza il bisogno di doverli per forza dominare, sfruttare al massimo, esaurire ed alla fine consumare (distruggere).

Come possiamo cambiare rotta?

Forse è arrivato il momento di ripensare il modo in cui organizziamo le nostre società, rimettendo al centro le persone, le comunità e il benessere reale. Fino a quando continueremo a valutare tutto solo in termini di profitto, tutto il resto sarà visto come tempo sprecato. Eppure, il vero valore – quello che ci permette di vivere bene e in armonia con ciò che ci circonda – spesso non si può misurare in denaro.

Come possiamo uscire da questa ruota? Forse iniziando a riconoscere e difendere il valore intrinseco delle cose, come una foresta, che esiste e arricchisce la nostra vita anche senza produrre profitto. Forse scegliendo, ogni giorno, di dedicare tempo ed energia a ciò che fa bene a noi e agli altri, anche se non porta immediatamente vantaggi economici. È una strada difficile, ma forse è l’unica che può davvero portarci verso una società più sana e umana.

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