Quando i pregiudizi cadono come onde

Frangiflutti a Rimini
1024 576 Massimo Castelli

A volte basta fermarsi, osservare davvero, per scoprire che ciò che giudicavamo brutto nasconde una bellezza inaspettata.

È un martedì mattina di giugno. Il mare di Rimini è calmo, i turisti ancora pochi. Cammino verso quegli scogli artificiali che da sempre considero un pugno nell’occhio del paesaggio marino. “Frangiflutti utili ma brutti”, penso ogni volta che li vedo spezzare l’orizzonte.

Ma oggi è diverso. Oggi ho tempo. Oggi sto imparando a fermarmi.

Il dono della presenza

Negli ultimi anni, tra le sfide del COVID, la gestione di un’attività in proprio e l’homeschooling di due bambini, ho capito quanto sia facile vivere in pilota automatico. Correre da un impegno all’altro, giudicare al volo, etichettare senza guardare davvero.

La meditazione mi sta insegnando qualcosa di prezioso: che spesso ciò che consideriamo brutto o fastidioso è semplicemente qualcosa che non abbiamo mai osservato con attenzione.

La rivelazione dello scoglio

Con la bassa marea raggiungo facilmente il frangiflutti. Per la prima volta, invece di guardarlo da lontano con fastidio, mi avvicino. Lo osservo. Davvero.

E quello che scopro mi lascia senza parole.

Quello scoglio “brutto” pullula di vita. Piccoli pesci appena nati nuotano tra le sue fessure, trovando rifugio sicuro. Cozze e molluschi si aggrappano alla sua superficie rugosa. Alghe danzano nell’acqua cristallina. Granchi camminano indaffarati, ognuno con il proprio ruolo in questo ecosistema perfetto.

Non è solo un ammasso di pietre gettato in mare. È diventato casa, rifugio, vita.

Oltre il primo sguardo

Quante volte nella vita giudichiamo al primo sguardo? Quante opportunità, persone, situazioni scartiamo perché non corrispondono alla nostra idea di “bello” o “giusto”?

Quello scoglio mi ha insegnato che la bellezza spesso si nasconde dietro apparenze che non ci convincono. Che la funzione può trasformarsi in grazia. Che ciò che sembra artificiale può diventare naturalmente perfetto.

L’arte di guardare davvero

In un mondo che corre veloce, prendersi il tempo di osservare è diventato un atto rivoluzionario. Non parlo solo di meditazione formale, ma di quella presenza quotidiana che ci permette di vedere oltre le prime impressioni.

Quando fu l’ultima volta che ti sei fermato davvero a guardare qualcosa che avevi sempre giudicato negativamente? Quando hai dato una seconda possibilità a ciò che avevi etichettato come “brutto” o “sbagliato”?

Il vero orizzonte

Tornando a casa, rifletto: quegli scogli bloccano davvero la vista sull’orizzonte? O forse sono io che, giudicando troppo in fretta, mi sono impedito di vedere la bellezza che avevo proprio davanti?

L’orizzonte più importante non è quello che vediamo in lontananza, ma quello che si apre quando impariamo a guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda ogni giorno.

La prossima volta che ti trovi davanti a qualcosa che giudichi “brutto” o “fastidioso”, fermati. Avvicinati. Osserva davvero. Potresti scoprire che la vita ha un modo tutto suo di trasformare anche gli scogli più grigi in giardini sottomarini.

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